La melagrana
La
prima volta che le mie due figlie videro la melagrana fu quando un inverno le
portai a San Paolo di Civitate, dove abitavano i miei genitori.
Quell’anno
con mia moglie avevamo deciso di passare il Natale dai miei, in Puglia, ed il capodanno
a Bari dove abitavano i suoi genitori.
Era la
prima volta che venivamo giù d’inverno. Per loro era molto difficile rimanere
in casa a causa del freddo, Le altre volte era estate e quindi potevano uscire,
andare in villa, quando non eravamo al mare.
Però
scoprirono tante cose nuove che non avevano mai visto. Per esempio “il
braciere” e la carbonella con la quale si divertivano a scrivere sporcando i
muri e sporcandosi loro stesse di nero.
Per la
prima volta impararono a mangiare la salsiccia cotta sotto la brace. Mia madre
infatti prendeva dei pezzi di salsiccia li avvolgeva in carta stagnola e li
metteva a cuocere sotto la brace dentro il braciere.
Impararono
a mettere sulla brace le scorze di arance e mandarini per profumare l’ambiente e per la prima volta
mangiarono, fatti da mia madre, “i
taràll, i pupurèt, i scav’datèll; i mèn’l” e tante altre cose che dove
abitavamo noi non esistevano.
Mio
padre dalla campagna portava sempre
nuovi frutti: I c’tùgn; i m’lèll; i cascavìll ed un giorno se ne arrivò con
quattro “murianèt”.
Questa
volta rimasi stupito persino io perché era un frutto che non mangiavo più da
quando ero bambino.
Le mie
figlie erano meravigliate e guardavano quel frutto che vedevano per la prima
volta. Allora per rendere il frutto ancora
più misterioso chiesi loro: “Lo sapete come nasce questo frutto? C’è una storia
bellissima!!!” e così dopo aver tergiversato un po’ per accentuare la loro
curiosità, ci sedemmo attorno all’asciugapanni e gli raccontai questa storia.
“Tantissimi
anni nella lontana Persia c’era un contadino molto povero che aveva un campo
seminato grano. E siccome faceva sempre ottimi raccolti un anno decise di
piantare proprio nel centro del campo un albero di mele. Dopo qualche anno
l’albero crebbe e divenne forte con
tante foglie e cominciò a fare dei frutti. Le mele appese a quell’albero erano
bellissime ed invidiate da tuti i passanti. Erano dolcissime, rosse e piene di succo.
Un
anno accadde una cosa stranissima. Una delle spighe del grano che circondava
l’albero sembrava più alta di tutte le altre, proprio nel punto dove l’albero
aveva prodotto la sua mela più bella. Infatti il grano si era innamorato della
bellissima mela ed era disperato perché non poteva raggiungerla. La povera
spiga soffriva per questo amore che non poteva soddisfare perché la mela era in
alto ed il grano non ci arrivava. Ecco allora che successe il miracolo.... La
mela cominciò a desiderare fortemente di unirsi al suo amore e pregò il ramo di
piegarsi. Il ramo lentamente….molto lentamente cominciò a piegarsi e facendo
attenzione a non spezzarsi permise che i due innamorati si toccassero e si
scambiassero effusioni d’amore.
E così
il grano fecondò la mela. Venne il tempo della mietitura e il grano fu tagliato
via insieme a tutte le altre spighe.
La
mela ne soffrì tantissimo e si lasciò cadere dal ramo sulla terra per andare in
cerco dell’amato. Portava in grembo il frutto dell’amore e non potendo più
muoversi si lasciò morire. Ma dalla sua morte vennero fuori semi che diedero la
vita ad un albero magnifico che produsse frutti dalla rossa corteccia e dai
semi rossi dolcissimi e succosi. Nacque il melograno dall’amore di una mela per
il grano!
E
ancora oggi, se ci fate caso, i rami a cui il frutto è attaccato piegano verso
il basso come per offrirsi a qualcuno che non li può raggiungere”.