mercoledì 28 novembre 2012

 
Mi vestirò di rosa
Oggi anch’io mi vestirò
di rosa!
Guarderò negli occhi chi
mi griderà “ricchione”.
Misurerò il suo odio
Ne assorbirò il disprezzo
Non mi farò scalfire
dal marciume di un
cervello già in putrefazione.
Mi farò scudo con la
mia diversità!
Sarò altro dalla loro
imbecillità.
Mi vestirò di rosa!
E lo farò per te piccolo
Davide, bozzolo di farfalla
ancora indefinita.
Anima pulita dentro un corpo
ancora acerbo
Ucciso dal cancro di un
Golia di perfida ignoranza
sfamatosi con le carogne
dell’indifferenza.
Un urlo di rabbia soffocherà
il dolore!
 
Scrosci d’acqua
 Caldi scrosci d’acqua
irrorano i nostri corpi
Sfioro i capelli bagnati
che guida mi fanno alle
tue nude spalle.
Stretti in questo angusto
spazio
Poca terra basta per
crescere all’amore!
Condensano le forme
sui freddi vetri opachi
che di noi fanno prigione
Sublimano in immagini
i segni del tempo
lasciati sulla pelle
Cicatrici di graffi sulla
schiena
Ti respiro !
Scende calda l’acqua
Sale nella vene la passione
Di schiuma copiosa rivesto
le tue membra
Invidio quella  goccia
che corre verso il ventre
attraversando il seno e
l’altra che scia sul  corpo
degradando lungo la tua
schiena!

sabato 24 novembre 2012

 
 

Dacci oggi il nostro pane quotidiano

La scorsa settimana una serie di episodi occorsi agli elettrodomestici di casa mi ha portato inconsapevolmente a fare delle riflessioni di carattere esistenziale.

Quanto è complicata la mente  dell’essere umano…..

Una mattina sento uno strano beep….beep…provenire dalla cucina in modo continuativo. Cerco di capire da dove originava tale rumore e dopo qualche minuto mi accorgo che il suono viene emesso dal frigorifero. Sembra il classico suono di avvertimento come quando si lascia la porta del frigo non chiusa perfettamente. Provo a chiuderla bene, ma il suono persiste. Infatti proviene dal reparto congelatore.

Apro e mi trovo di fronte il display luminoso che segnala: codice A1. Dal manuale di istruzioni rilevo che bisogna resettare il frigo e se l’errore persiste bisogna consumare il cibo entro le ventiquattro ore successive e chiamare l’assistenza tecnica. Resettato il frigo continuava a non funzionare. Era anzi passato ad errore codice A2. Fortuna che mia moglie quella mattina non lavorava altrimenti, data la mia imbranataggine in cucina avrei dovuto buttare via molti degli alimenti che si stavano scongelando.

Mentre aiutavo mia moglie come potevo è scattato in me un lampo!

DACCI OGGI IL NOSTRO PANE QUOTIDIANO!

La preghiera sembra già completa con la dicitura “dacci oggi il nostro pane”. Perché aggiungere “quotidiano”?!?  A me è venuta questa riflessione:

La frenetica società in cui viviamo ci costringe a vivere di corsa, a non riflettere. Ci crea una enorme quantità di bisogni spesso inutili e ci costringe a lavorare poi per procurarci le possibilità di esaudire questi bisogni. Ci fa credere che se non possiedi non sei nessuno e quindi spinge all’accumulo.

I ritmi frenetici di vita ci impediscono di accorgerci che, sin dalla nostra nascita, entriamo in una spirale che si stringe in continuazione sino a strozzarci! BISOGNO – LAVORO – PRODUZIONE – PRODOTTO – CONSUMO. La circolarità di queste fasi è terrificante!  Il giorno in cui mi si è rotto il frigo mi sono accorto di quanti alimenti avevo perché faccio la spesa settimanale. Faccio la spesa settimanale, pur avendo un supermercato sotto casa, perché ho il frigorifero per conservare le vivande. Quindi accumulo e spesso qualcosa di quello acquistato  diviene direttamente un rifiuto perché andato a male. La mia è una famiglia molto attenta ai consumi e quindi “spreca” quasi niente. Eppure, in Italia circa l’8% della spesa diventa direttamente rifiuto. Capite che questo rapportato al fatto che nel mondo si muore di fame e che la povertà aumenta, oggi è inconcepibile.

Ecco allora che ho capito il senso di quell’aggettivo “quotidiano”. Dacci oggi il pane che ci basta per oggi! Cercare cioè di spezzare la spirale del consumismo che creandoci bisogni artificiali costringe a lavorare di più per produrre di più per consumare di più in un vortice che sta portando le società verso il baratro. E non ti lascia tempo per pensare, per vivere con la tua famiglia, con i tuoi figli con la tua comunità. Ci hanno fatto credere che  al “dio” lavoro, al “dio” denaro fosse  lecito sacrificare la parte migliore  della nostra vita a scapito di qualsiasi cosa. Ci hanno fatto credere che l’ uomo si misura dalle cose che possiede. Un mio amico, con un bellissimo gioco di parole diceva: “abbiamo trasformato il dio TRINO in dio QUATTRINO”! Il denaro, il possedere diventa la misura dell’essere. Tutto si piega al volere della Produzione: l’ambiente, la salute, la sicurezza, lo sfruttamento, la violenza ….la guerra! Ancora una volta l’homo sapiens dimostra la propria inadeguatezza ad una vita in armonia con la natura e con i propri simili. Ecco allora la “preghiera” Dammi oggi il mio pane quotidiano. Dacci oggi il nostro pane quotidiano. Quello che basta per oggi! E per tutti.

Il resto del tempo lo voglio impiegare per leggere e studiare, per giocare con i miei nipotini…per far l’amore con mia moglie per chiacchierare con gli amici per aiutare chi sta peggio di me. Non credo sia utopia!!! E’ un modo diverso di concepire il lavoro e la produzione.  Non produrre enormi quantità di beni, ma produrre quei beni che bastano e siano sufficienti a migliorare la qualità della vita. Non solo la mia ma quella di tutta l’umanità!

 
Nato in Palestina
 Non c’erano canti
di pastori né luci
di comete.
Non grotte accoglienti
e nemmeno mangiatoie
con asini e buoi.
Sono nato in  una notte
di terrore!
Partorito al tuono d’un
cannone.
Sirene di guerra, e cingoli
di carri
m’han cantato ninna nanna
ronzio solo di aeroplani
mai di api.
Ecco la mia vita!
Lunga notte di paura.
Ho imparato ad esser
ombra nella notte
spettro invisibile nel giorno.
Oggi muoio qui
E lascio il mio corpo
a nutrimento della terra
Nessuna antica profezia
distruggerà l’umanità
in questo autodidatta!
E mentre si schierano
macchine d’acciaio
per far macabra semina
di morte
Noi usiamo i nostri corpi
a formare  umano scudo
Invalicabile catena tenendoci
per mano
I nostri inni alla vita
annienteranno il delirio
di potere e l’orgia
di sangue che ottenebra
le menti!

sabato 3 novembre 2012

 
Vite Fragili
 
Libero nel prato corre
un cane bianco dal lungo
pelo seguendo
un ombra d’uomo
e le zampe che affondano
nel fango cambian
di colore
Lunghe fila di tarassaco
ed ortica incorniciano
l’alveo d’una roggia
ove giovane acqua
con sudore si fa strada
tra plastici rifiuti
d’incivile presenza umana
testimoni.
Giovane foglia d’una
quercia  dondola nell’aria
appesa al tenue invisibile
filo d’una ragnatela
Gocce d’acqua
dopo un temporale,
sospese in punta
ad aghi di un abete che
un alito di vento
appena accennato
spazza via
Morire in fondo è un attimo
lungo una vita!
Scia luminosa d’una stella
che attraversa l’orizzonte
in una notte serena
d’agosto

venerdì 2 novembre 2012

"GRAZIE RAGAZZI"

Mi sono sempre chiesto che senso abbia festeggiare le FORZE ARMATE.  E’ molto difficile trovare una motivazione anche perché si è volutamente creata una corrispondenza fuorviante.
Forze Armate = Esercito.
Un esercito ha la sua utilità in caso di guerra, mi sembra ovvio, ed a tale scopo deve essere preparato, addestrato. Ma in un paese che ripudia la guerra come strumento di offesa della libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie a un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo (Articolo 11, Costituzione della Repubblica italiana)” che senso ha lo sfoggio in parata di uomini e tecnologie di guerra. Ancora una volta la nostra cultura contorta! Ripudiamo la guerra però spendiamo una consistente parte delle nostre risorse in acquisto di armi per farla da protagonisti.
Ho visto lo spot che in questi giorni passa in televisione per promozionare le forze armate. Non so quanti di coloro che lo hanno visto hanno notato che sfilano ragazzi e ragazze dei vari corpi d’armata, tutti sorridenti sembra tornino da una partita a pallone e poi, fateci caso, nessuno porta con se una qualsiasi arma. Quindi sono forze “disarmate” non forze armate. “Forse sarebbe giusto anche ricordare il motivo per cui si celebra il 4 novembre: la fine della prima guerra mondiale (alcuni la chiamano ancora vittoria!) che ha visto, solo tra gli italiani: 650.000 morti, 947.000 feriti, mutilati e invalidi, 600.000 prigionieri e dispersi. Forse si dovrebbero ricordare le parole di papa Benedetto XV, del 1 agosto 1917: “Questa guerra è un’inutile strage”. “Eroi per la pace o vittime della guerra”?Forse è doveroso ricordare che nella guerra, in ogni guerra, si uccide e si viene uccisi. Non è proprio una passerella o solo un’occasione per guadagnare magari qualche soldo, visto il tempo di crisi che viviamo. La guerra è sempre morte! E tra i ‘ragazzi’ che muoiono ci sono anche i 200 militari italiani che hanno perso la vita per possibile contaminazione da uranio impoverito. Perché c’è sempre un silenzio soffocante sui 2.500 militari o ex militari italiani gravemente ammalati a causa dell’uranio impoverito? E non è poi così lontano il rischio che qualcuno, piano piano, insinui l’dea che, in fondo, un modo per uscire da questa grave crisi economica c’è: una nuova grande guerra! E non sarebbe neanche una novità!” come testimoniato in recente articolo di Renato Sacco. Credo che abbiamo ben poco da festeggiare. Ci hanno sempre “venduto” che in Afghanistan i nostri “ragazzi” erano stati inviati per una missione di pace. Eppure ogni anno, la missione dell'Onu in Afghanistan ( Unama) tiene il rendiconto di quel silenzio che, da qualche tempo a questa parte, viene per lo più ignorato dai giornali, molto attenti invece, per fare un esempio, alla vittima americana numero 2.000, il cui sacrifico è del 1 ottobre scorso. La missione Onu ha calcolato che nel 2011 (il dossier è di febbraio) i morti civili in Afghanistan sono saliti da 2790 nel 2010 a 3021 nell'anno seguente. Nel 2009 erano 2412. Un trend in ascesa. Se con quel rapporto ci si vuole consolare, si può estrapolare il fatto che la maggior parte delle vittime si deve alla guerriglia e in particolare ai famigerati Ied, esplosivi più o meno rudimentali messi sul ciglio della strada e responsabili di un morto su tre (il 32% del totale). Nel 2011, le vittime dei raid aerei, per forza di cose indiscriminati (e che purtroppo adesso sono condotti anche dall'aviazione italiana), sono state 187, con un aumento del 9% rispetto all'anno prima. Un rapporto annuale sulla protezione dei civili (Annual Report on Protection of Civilians in Armed Conflict, sempre di febbraio) sostiene che solo dal 2007 al 2011 sono morti 11.864 civili. Allora mi chiedo cosa festeggiamo???
Sarebbe bello vedere tutti questi ragazzi dell’esercito far parte di quelle che io chiamo LE FORZE AMATE. Di quelle forze umane che insieme costruiscono ospedali, fanno protezione civile, proteggono l’ambiente; ci proteggono contro i soprusi dei potenti; difendono i diritti dei più deboli e  lavorano nel sociale e tutto questo senza aver bisogno di armi. Senza gli F35 senza carri armati di ultima generazione, droni e quant’altro faccia riferimento a tecniche di offesa.
I nostri “ragazzi” bisogna impiegarli bene come forze per la civiltà! Tutti i soldi spesi in inutili armamenti dovrebbero invece servire per rafforzare quelle “altre forze” che sono armate solo nel nome o per pura appartenenza. Potenziamo le “armi” a chi lotta contro la criminalità,  organizzata e non; a chi lotta contro l’evasione fiscale; alle forze per la verifica della sicurezza sui posti di lavoro; alle forze per la tutela del territorio e dell’ambiente; Impegniamo i nostri “ragazzi”  in missioni  di protezione civili e non in  false missioni che di “pace” non hanno più neppure l’alone.
Sono queste le forze a cui mi sento di dire  “GRAZIE RAGAZZI” . Non siete forze armate, ma di sicuro siete le nostre Forze Amate!!!

Ma anche questa volta non sarà così! Sarà come sempre il trionfo dell’ipocrisia, la parata dei “portatori di morte” Ecco perché io mi dissocio e come ogni anno non festeggerò! Sarò, come sempre, pronto a pregare per tutte le vite spezzate inutilmente,  sacrificate sull’altare dell’umana idiozia!.