Sono molte le notizie che in questi giorni affollano l’informazione
e, come al solito, vanno dalla corruzione della classe politica ai venti di guerra che soffiano dalla Siria.
Due notizie hanno colpito la mia attenzione.
Due notizie che hanno avuto pochissimo risalto sulla stampa
nazionale e che credo si possano raggruppare sotto un unico titolo: GIUSTIZIA A
DUE FACCE OVVERO CHI SORVEGLIA I
SORVEGLIANTI?
Ebbene voglio parlare della notizia quasi ignorata dai
media riguardante il fatto che in Senato PDL, UDC, LEGA anche con il voto dell’ex prefetto Serra,
hanno di fatto bocciato l’introduzione nel codice penale italiano del REATO DI
TORTURA! Hanno cioè rimandato il testo in Commissione decretandone di fatto la
morte.
L’altra notizia, che ben si unisce a questa già grave è
stata la pubblicazione delle motivazioni della sentenza emessa dalla Cassazione
circa i fatti del G8 tenutosi a Genova nel 2001.
Fatti che in questi giorni marchiano in modo vergognoso l’Italia
che in fatto di Giustizia si conferma la Cenerentola d’Europa.
Tutto questo mentre si fa una enorme fatica ad approvare
una legge anticorruzione che alla fine si dimostrerà la solita montagna che
partorisce il solito topolino.
Da noi purtroppo le cosa vanno così!
A Genova è successo che, come dice la sentenza, “le violenze, generalizzate in tutti gli
ambienti della scuola, si sono scatenate contro persone all’evidenza inermi,
alcune dormienti, altre già in atteggiamento di sottomissione con le mani
alzate e, spesso, con la loro posizione seduta in manifesta attesa di
disposizioni”.
Per questo si può affermare
che si è “trattato di violenza non giustificata e punitiva, vendicativa
e diretta all’umiliazione e alla sofferenza fisica e mentale delle vittime”.
E se questo è potuto
succedere, è perché “la mancata indicazione, per via gerarchica, di ordine cui
attenersi” si è tradotta “in una sorta di carta bianca,
assicurata preventivamente e successivamente all’operazione”. Tutti, insomma,
erano liberi “di usare la forza ad libitum”.
I poliziotti che fecero
irruzione, infatti, “si erano scagliati sui presenti, sia che dormissero, sia
che stessero immobili con le mani alzate, colpendo tutti con i manganelli
(detti ‘tonfa’) e con calci e pugni, sordi alle invocazioni di ‘non violenza’
provenienti dalle vittime, alcune con i documenti in mano, pure insultate al
grido di ‘bastardi’”. La “sconsiderata violenza adoperata dalla polizia”, va
attribuita in particolare agli uomini del VII Nucleo Antisommossa
del Reparto mobile di Roma, al quale “era stata affidata la prima fase di
‘messa in sicurezza’ della scuola, con caratteristiche rimaste peraltro
ignote”. Secondo i giudici, che richiamano anche una consulenza dei carabinieri
del Ris, “nessuna situazione di pericolo si era presentata agli operatori di
polizia”.
Nelle motivazioni della
sentenza, i giudici sottolineano che in Italia non esiste il reato di
tortura, e per questo non si è potuta evitare la prescrizione
per i reati di lesioni gravi. Ma è provato oltre ogni ragionevole dubbio ”il
ricorrere degli estremi fattuali della gravità e gratuità dell’uso della
forza”.
Ecco come si legano le due
notizie !
Non introducendo il REATO DI
TORTURA nel nostro Codice Penale, qualcuno, mentalmente labile o se volete
coscientemente arrogante, potrà sempre sentirsi “autorizzato” ad assumere
atteggiamenti violenti perché non punibile, commettendo esattamente lo stesso
reato di uso della violenza che dovrebbe reprimere.
A coloro che hanno bocciato
questa possibilità il ringraziamento delle vittime: Federico
Aldrovandi, Stefano
Cucchi, Riccardo
Rasman, Giuseppe Uva, Niki Aprile
Gatti, Carlo
Giuliani, Aldo Bianzino, Gabriele
Sandri, Manuel
Eliantonio, Marcello
Lonzi, Michele
Ferrulli, Dino Budroni, Giovanni
Ardizzone, Rodolfo
Boschi, Massimo
Casalnuovo, Franco Mastrogiovanni, Simone La
Penna, Gregorio
Durante, Gianluca Di
Mauro, Carmelo
Castro, Daniele
Franceschi e di tutti gli altri casi ignoti perché non hanno potuto
denunciare.
A Gianni De
Gennaro, che ha ottenuto la nuova promozione arrivando alla Presidenza
del Consiglio come sottosegretario, a Spartaco Mortola, oggi a capo della polizia ferroviaria di Torino e a Filippo Ferri,
figlio dell’ex ministro Enrico Ferri, ex capo della Squadra Mobile di La Spezia
condannato a 3 anni e 8 mesi di carcere
ed a 5 anni di interdizione dai pubblici uffici, da poco ingaggiato come
consulente per la sicurezza del MILAN il
“ringraziamento” delle persone malmenate e dimenticate, di quelle ancora in carcere, della famiglia
GIULIANI e di quanti continuano a lottare per UNA GIUSTIZIA GIUSTA!
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