lunedì 29 ottobre 2012

 
La melagrana
La prima volta che le mie due figlie videro la melagrana fu quando un inverno le portai a San Paolo di Civitate, dove abitavano i miei genitori.
Quell’anno con mia moglie avevamo deciso di passare il Natale dai miei, in Puglia, ed il capodanno a Bari dove abitavano i suoi genitori.
Era la prima volta che venivamo giù d’inverno. Per loro era molto difficile rimanere in casa a causa del freddo, Le altre volte era estate e quindi potevano uscire, andare in villa, quando non eravamo al mare.
Però scoprirono tante cose nuove che non avevano mai visto. Per esempio “il braciere” e la carbonella con la quale si divertivano a scrivere sporcando i muri e sporcandosi loro stesse di nero.
Per la prima volta impararono a mangiare la salsiccia cotta sotto la brace. Mia madre infatti prendeva dei pezzi di salsiccia li avvolgeva in carta stagnola e li metteva a cuocere sotto la brace dentro il braciere.
Impararono a mettere sulla brace le scorze di arance e mandarini  per profumare l’ambiente e per la prima volta mangiarono, fatti da mia madre,  “i taràll, i pupurèt, i scav’datèll; i mèn’l” e tante altre cose che dove abitavamo noi non esistevano.
Mio padre dalla campagna portava  sempre nuovi frutti: I c’tùgn; i m’lèll; i cascavìll ed un giorno se ne arrivò con quattro “murianèt”.
Questa volta rimasi stupito persino io perché era un frutto che non mangiavo più da quando ero bambino.
Le mie figlie erano meravigliate e guardavano quel frutto che vedevano per la prima volta. Allora per rendere il frutto  ancora più misterioso chiesi loro: “Lo sapete come nasce questo frutto? C’è una storia bellissima!!!” e così dopo aver tergiversato un po’ per accentuare la loro curiosità, ci sedemmo attorno all’asciugapanni e gli raccontai questa storia.
“Tantissimi anni nella lontana Persia c’era un contadino molto povero che aveva un campo seminato grano. E siccome faceva sempre ottimi raccolti un anno decise di piantare proprio nel centro del campo un albero di mele. Dopo qualche anno l’albero crebbe e divenne forte  con tante foglie e cominciò a fare dei frutti. Le mele appese a quell’albero erano bellissime ed invidiate da tuti i passanti. Erano dolcissime,  rosse e piene di succo.
Un anno accadde una cosa stranissima. Una delle spighe del grano che circondava l’albero sembrava più alta di tutte le altre, proprio nel punto dove l’albero aveva prodotto la sua mela più bella. Infatti il grano si era innamorato della bellissima mela ed era disperato perché non poteva raggiungerla. La povera spiga soffriva per questo amore che non poteva soddisfare perché la mela era in alto ed il grano non ci arrivava. Ecco allora che successe il miracolo.... La mela cominciò a desiderare fortemente di unirsi al suo amore e pregò il ramo di piegarsi. Il ramo lentamente….molto lentamente cominciò a piegarsi e facendo attenzione a non spezzarsi permise che i due innamorati si toccassero e si scambiassero effusioni d’amore.
E così il grano fecondò la mela. Venne il tempo della mietitura e il grano fu tagliato via insieme a tutte le altre spighe.
La mela ne soffrì tantissimo e si lasciò cadere dal ramo sulla terra per andare in cerco dell’amato. Portava in grembo il frutto dell’amore e non potendo più muoversi si lasciò morire. Ma dalla sua morte vennero fuori semi che diedero la vita ad un albero magnifico che produsse frutti dalla rossa corteccia e dai semi rossi dolcissimi e succosi. Nacque il melograno dall’amore di una mela per il grano!
E ancora oggi, se ci fate caso, i rami a cui il frutto è attaccato piegano verso il basso come per offrirsi a qualcuno che non li può raggiungere”.


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