domenica 16 dicembre 2012

ESCI FUORI VILLANO INCAPPUCCIATO!!!!

 
 
 

Il morso dell’asino

Il secondo anno di liceo è stato indubbiamente il più bello. Eravamo una classe ben amalgamata ed assortita.
Di estrazione sociale molto variegata, avevamo impiegato il primo anno a conoscerci ed ad apprezzarci reciprocamente. In quel periodo, era il 1973, l’onda lunga delle lotte studentesche partite dal maggio del ’68 francese arrivò anche a Bari e c’era tutto un fermento, una fioritura di gruppi e gruppuscoli sia di destra che di sinistra. Neppure  il Liceo Classico, da sempre scuola elitaria frequentata dai figli della ricca borghesia, rimase immune dalla voglia di rinnovamento e di contestazione di quegli anni. Era l’età  in cui tutto sembrava possibile persino rivoluzionare, anche violentemente, modi e situazioni vecchi di centinaia d’anni. Potevamo ancora sognare di cambiare il mondo! Potevamo sognare “il futuro”!!!

Con il mio collega di seminario Giuseppe B. eravamo arrivati a Bari dopo aver concluso il Ginnasio al “Lanza” di Foggia. C’era poi un nutrito gruppo di “rossi” Lia T., Maurizio S., qualche liberale – Ugo M. e molti all’epoca definiti i catto-comunisti vicini all’associazione Mani Tese nata da poco e tra questi Donatella R, mia compagna di banco. Iniziammo la prima liceo nella sede del “Liceo Ginnasio Quinto Orazio Flacco”, ma quasi subito in primavera ci trasferirono alla succursale “nuova” che si sarebbe in seguito staccata e sarebbe diventata “il Socrate”. Al secondo anno avevamo mantenuto gli stessi professori del primo. Di tutti ricordo il professore di greco Rocco L., un socialista “vecchia maniera” alla Pertini a cui devo molto. Ho imparato da lui l’onesta intellettuale, l’amore e la ricerca della verità e la lotta per il rispetto e la libertà di chiunque. Ricordo la prof di matematica Di Cosola, alla quale con una geniale intuizione  dimostrai che 1+1 non fa 2 bensì  un “uno”  più grande! Con un artificio dialettico e mischiando Fisica e  Matematica dimostrai che una forza + una seconda forza, non formano due forze ma una unica forza più grande in quanto la risultante altro non è che la somma delle due singole forze. Allora la prof Di Cosola disse: " Ma così mi demolisci i principi della matematica" e tutta la classe scoppiò in una fragorosa risata.

Potrei continuare ancora, ma non voglio dilungarmi oltre in questo. Voglio raccontare di quella volta che il professore di Italiano, mi cacciò fuori in corridoio. Debbo premettere che il mio posto era in prima fila con a fianco una ragazza, la Donatella R. Questo perché nessuno voleva mai sedersi in prima fila e quindi democraticamente avevano deciso i miei compagni che in quel posto dovevo andarci io! Nel banco dietro il mio c’erano ancora due ragazze. Grazia L. e Valentini. Queste due, facendosi scudo di me, ed approfittando del fatto che non potevo reagire me ne combinavano di tutti i colori. Mi tiravano su i vestiti…mi infilavano robe fredde su per la schiena o giù nei pantaloni ed io dovevo rimanere immobile per non farmi scoprire dal prof che era in cattedra.
Quel giorno, ricordo molto bene, stavamo leggendo i Promessi Sposi nel passaggio in cui Don Rodrigo riceve la visita di Frà Cristoforo che dopo una discussione ad un certo punto alza la mano destra come per voler lanciare una “maledizione”  e Don Rodrigo afferrandogliela esclama: “escimi di tra' piedi, villano temerario, poltrone incappucciato”.
Eravamo a questo punto quando avvenne il fattaccio che mi appresto a dire.
Ne avevo subito di ogni ed ero rimasto impassibile da buon seminarista. Ad un certo punto mi accorsi che Grazia L. seduta proprio alle mie spalle indossava una gonna e lasciava vedere delle belle e polpose gambe. Tra di noi in quel periodo era uso acchiapparci l’interno coscia con la mano destra è stringere di colpo la carne gridando
“ Il morso dell’asino!!!!”. Era una cretinata, ma del resto l’età era proprio quella delle cretinate!
Fui preso da raptus improvviso. Cercando di rimanere immobile il più possibile con il tronco, approfittando del fatto che il prof era impegnato nella lettura del passo e non guardava, allungai la mano destra all’indietro, la infilai tra le gambe della Grazia L e strinsi con forza la coscia. La ragazza sobbalzò di scatto ed il prof alzò immediatamente gli occhi dal libro richiamato da quell’improvviso movimento.
Non gli ci volle molto a capire l’accaduto. Lo vidi diventare paonazzo, alzò il braccio destro e puntando minaccioso l’indice verso di me urlo: “ Esci fuori! Villano incappucciato!” Il professore era stravolto ed io non cercai nemmeno le solite scuse di rito. Mi alzai ed a testa bassa passai le ulteriori ore della lezione nel corridoio.
E quella fu l’unica volta nella mia vita di studente.


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