Il morso dell’asino
Il
secondo anno di liceo è stato indubbiamente il più bello. Eravamo una classe
ben amalgamata ed assortita.
Di
estrazione sociale molto variegata, avevamo impiegato il primo anno a
conoscerci ed ad apprezzarci reciprocamente. In quel periodo, era il 1973,
l’onda lunga delle lotte studentesche partite dal maggio del ’68 francese
arrivò anche a Bari e c’era tutto un fermento, una fioritura di gruppi e
gruppuscoli sia di destra che di sinistra. Neppure il Liceo Classico, da sempre scuola elitaria
frequentata dai figli della ricca borghesia, rimase immune dalla voglia di
rinnovamento e di contestazione di quegli anni. Era l’età in cui tutto sembrava possibile persino
rivoluzionare, anche violentemente, modi e situazioni vecchi di centinaia d’anni.
Potevamo ancora sognare di cambiare il mondo! Potevamo sognare “il futuro”!!!
Con il
mio collega di seminario Giuseppe B. eravamo arrivati a Bari dopo aver concluso
il Ginnasio al “Lanza” di Foggia. C’era poi un nutrito gruppo di “rossi” Lia
T., Maurizio S., qualche liberale – Ugo M. e molti all’epoca definiti i
catto-comunisti vicini all’associazione Mani Tese nata da poco e tra questi
Donatella R, mia compagna di banco. Iniziammo la prima liceo nella sede del
“Liceo Ginnasio Quinto Orazio Flacco”, ma quasi subito in primavera ci
trasferirono alla succursale “nuova” che si sarebbe in seguito staccata e
sarebbe diventata “il Socrate”. Al secondo anno avevamo mantenuto gli stessi
professori del primo. Di tutti ricordo il professore di greco Rocco L., un
socialista “vecchia maniera” alla Pertini a cui devo molto. Ho imparato da lui
l’onesta intellettuale, l’amore e la ricerca della verità e la lotta per il
rispetto e la libertà di chiunque. Ricordo la prof di matematica Di Cosola,
alla quale con una geniale intuizione
dimostrai che 1+1 non fa 2 bensì un “uno”
più grande! Con un artificio dialettico e mischiando Fisica e Matematica dimostrai che una forza + una
seconda forza, non formano due forze ma una unica forza più grande in quanto la
risultante altro non è che la somma delle due singole forze. Allora la prof Di Cosola disse: " Ma così mi demolisci i principi della matematica" e tutta la classe scoppiò in una fragorosa risata.
Quel
giorno, ricordo molto bene, stavamo leggendo i Promessi Sposi nel passaggio in
cui Don Rodrigo riceve la visita di Frà Cristoforo che dopo una discussione ad
un certo punto alza la mano destra come per voler lanciare una
“maledizione” e Don Rodrigo
afferrandogliela esclama: “escimi di tra' piedi, villano temerario, poltrone
incappucciato”.
Eravamo
a questo punto quando avvenne il fattaccio che mi appresto a dire.
Ne
avevo subito di ogni ed ero rimasto impassibile da buon seminarista. Ad un
certo punto mi accorsi che Grazia L. seduta proprio alle mie spalle indossava
una gonna e lasciava vedere delle belle e polpose gambe. Tra di noi in quel
periodo era uso acchiapparci l’interno coscia con la mano destra è stringere di
colpo la carne gridando
“ Il
morso dell’asino!!!!”. Era una cretinata, ma del resto l’età era proprio quella
delle cretinate!
Fui
preso da raptus improvviso. Cercando di rimanere immobile il più possibile con
il tronco, approfittando del fatto che il prof era impegnato nella lettura del
passo e non guardava, allungai la mano destra all’indietro, la infilai tra le
gambe della Grazia L e strinsi con forza la coscia. La ragazza sobbalzò di
scatto ed il prof alzò immediatamente gli occhi dal libro richiamato da
quell’improvviso movimento.
Non
gli ci volle molto a capire l’accaduto. Lo vidi diventare paonazzo, alzò il
braccio destro e puntando minaccioso l’indice verso di me urlo: “ Esci fuori!
Villano incappucciato!” Il professore era stravolto ed io non cercai nemmeno le
solite scuse di rito. Mi alzai ed a testa bassa passai le ulteriori ore della
lezione nel corridoio.
E
quella fu l’unica volta nella mia vita di studente.
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