In questi giorni, dopo lo scandalo dei rimborsi allegri ai
consiglieri regionali del Lazio e non solo, sento più politici indignati
prendere le distanze dall’accaduto che politi impegnati a far politica.
Come al solito nel nostro paese tutti sembrano all’oscuro di
cose che sono all’evidenza. Tanto che mi sorge un dubbio: Se tutti lo sanno e
nessuno denuncia, questo significa si è conniventi. Se invece si è all’oscuro
realmente, questo significa omissione di controllo.
In entrambi i casi la classe politica è colpevole. Oggi
tutti si stracciano le vesti! Persino chi ha elargito “bonifici
infruttiferi” a cani e porci (mi
perdonino gli animali per l’offensivo paragone) oggi esclama indignato: Basta
con questi professionisti della politica!
PROFESSIONISTI??? – Vogliamo scherzare spero!!! Nel mondo
del lavoro il “professionista” è un individuo competente , serio, capace e
moralmente ineccepibile. Almeno questo un tempo era il significato e
l’accezione del termine. Una persona che dopo anni di studio intraprendeva una
professione ed in questa esprimeva la propria eccellenza. Qualcuno ha il
coraggio di dire che i politici attuali si possano identificare con queste
caratteristiche?
Ed allora ecco una proposta provocatoria …ma anche no!
Istituiamo un corso universitario - non breve - di “Politica” a cui si può accedere dopo le
Scuole superiori.
Tra le discipline da studiare sicuramente Storia, Filosofia,
Ecologia ed Ambiente, Economia, Etica, Finanza Pubblica, Diritto Europeo ed
altro che intelletti più fini del mio possono concepire. Il corso potrebbe
durare un quinquennio alla fine del quale, dopo la tesi, si diventa “Politici
professionisti”.
Vedo enormi possibilità lavorative! Sia nel pubblico che nel
privato. I politici, eletti nelle elezioni, avrebbero un rapporto di lavoro
subordinato ed a tempo determinato, con lo Stato. Avrebbero un proprio
Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro, una busta paga con un salario
prestabilito, composto da paga base, contingenza, terzo elemento, ferie pagate
festività soppresse, malattia e tutto
quanto nel diritto. Sarebbero iscritti all’INPS ed all’INAIL e verserebbero i
giusti contributi a questi Enti. Espletato il proprio mandato potrebbero essere rieletti se ben valutati
dai voti ricevuti, in alternativa avrebbero l’indennità di disoccupazione per
il periodo di legge terminato il quale potrebbero essere messi in mobilità,
proporsi alle imprese private, oppure
riqualificarsi, come i comuni mortali imparando a fare altro.
Proposta pazza?!?! Pensiamoci un attimino. Innanzi tutto
avremmo dei politici che hanno studiato e si sono preparati per fare quello che
devono fare. I politici di oggi invece provengono dalle più svariate
professioni.
Avrebbero una retribuzione stabilita, chiara e verificabile.
Sarebbero costretti ad operare bene per essere riconfermati. E soprattutto
andrebbero in pensione a sessantacinque anni con quaranta anni di versamenti
contributivi e con una pensione, non d’oro, ma sicuramente meritata. Sarebbero
anche loro sotto tutela dello Statuto dei Lavoratori e dell’articolo 18.
Avremmo enormi possibilità di avere una classe politica giovane, e se non giovane,
di certo sana e preparata nell’attuare il bene comune, il bene della “Polis” o
meglio della “Res Publica”. Cosa ne pensate?!?!
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