QUALCUNO FERMI LE MANIE
EGEMONICHE DI ISRAELE
Sono anni ormai che Israele continua con
il leit motiv del popolo stretto tra le
potenze arabe e “piange” aggressioni continue da parte dei
“cattivissimi” coloni palestinesi.
Non penso ci sia
ancora qualcuno disposto a credere ad Israele, povero piccolo “davide” , in
perenne lotta contro i giganteschi “golia” che rispondono al nome di Siria,
Egitto, Giordania ed ora anche Iran.
Israele, una delle potenze militari più
forti del mondo; Il MOSSAD ( forse il più efficiente dei servizi segreti
mondiali) finge di subire le paurose minacce del popolo palestinese!
Sembra l’elefante che ha paura del
topolino! Ma le cose non stanno affatto così.
Già dalla fine dell’ottocento gli
Israeliani, con l’appoggio di Inghilterra e Russia iniziarono la penetrazione
del territorio palestinese acquistando terre tramite l’Agenzia Ebraica ed
insediandovi coloni.
Fu questo l’inizio della presenza
ebraica che mirava a conquistare la maggioranza demografica ed un controllo
economico tale da poter poi aspirare alla costituzione di uno stato ebraico. In alternativa nacquero i primi nuclei arabo palestinesi a difesa del territorio
considerato oggetto di una vera e propria aggressione straniera. Questo
antagonismo per anni ha fatto comodo alle nazioni occidentali ed in primis
all’Inghilterra che negli anni tra il 1920 ed il 1948, avendo avuto mandato a
“governare” quell’area promise la Palestina agli arabi perché l’avevano aiutata
nella guerra contro l’impero turco-ottomano, ma anche agli Ebrei come “sede
internazionale”. Verso la fine di quegli anni gli Ebrei, protetti dagli
Inglesi, invasero i territori portandovi fino a 905.000 coloni. Tutto ebbe
inizio quando nell’agosto del 1929 alcuni gruppi di sionisti marciarono su
Gerusalemme rivendicando l’esclusiva proprietà della città e dei luoghi sacri.
Questa situazione portò poco dopo alla guerra civile durata circa tre anni che
causò cinquemila morti nella popolazione araba, 400 in quella ebraica e circa
200 inglesi. Si giunse, poco dopo, alla divisione dei territori in due stati
indipendenti inframmezzati da un “protettorato” internazionale. La soluzione scontentò
praticamente tutti. Gli arabi, in quanto i loro territori non avevano accesso
alle fonti idriche ed erano di quantità inferiore rispetto alla quantità di
popolazione esistente; gli ebrei perché (forti anche dell’amicizia americana)
non accettarono assolutamente la presenza di uno stato arabo in quello che
consideravano “la Grande Israele”. Dopo una serie di innumerevoli atti di
guerriglia da entrambe le parti, l’Inghilterra decise di ritirarsi ritenendo
definitivamente chiuso il mandato a governare. Immediatamente Israele si
autoproclamò “nazione indipendente” subito riconosciuta da Stati Uniti e Russia.
Quasi contemporaneamente circa 20.000 militari di Siria, Libano, Egitto ed
Iraq, invasero il neo stato, mentre ulteriori 4.000 unità della Giordania,
invasero i territori già parte dello Stato arabo. La guerra arabo-israeliana
del 1948 causò la morte di circa 6.500 morti tra gli ebrei di cui 2.400 civili
e circa 15.000 morti tra le popolazioni arabe. Agli occhi dell’occidente
Israele era considerato come il piccolo stato “costretto” a difendersi dagli
attacchi terroristici degli arabi infedeli. Avevo tredici anni ed ero in
seminario quando scoppiò la “guerra dei sei giorni” tra Israele da una parte ed
Egitto, Siria e Giordania dall’altra. Ricordo che in quei giorni terribili,
durante il pranzo, ci veniva letto ogni giorno “la Gazzetta del Mezzogiorno” ed alla fine degli articoli seguiva il commento del prete il quale
esaltava le gesta del “piccolo stato ebraico” che riusciva a tenere in scacco
le grandi potenze arabe. Quasi protetto da mano divina!
Solo molto tempo dopo ho capito l’orrore di questo
stravolgimento della realtà.
Nessun Dio avrebbe mai permesso o peggio
“giustificato” tanta crudeltà. La realtà è molto più “terrena”. Siria e Giordania strinsero un accordo che
prevedeva la costruzione di una diga per deviare il corso del fiume Giordano.
Questo avrebbe causato ad Israele la perdita di accesso alle fonti idriche e
quindi Israele con ripetuti raid aerei tentò di impedirne l’attuazione.
Dall’alta parte l’Egitto iniziò a disporre le proprie forze armate nel Sinai a
difesa della “Striscia di Gaza” e contestualmente chiuse gli stretti di Tiran
impedendo di fatto l’accesso al porto
israeliano di Eilat. Questa fu la causa dell’inizio di una guerra
crudele che si concluse in soli sei giorni. Con una mossa a sorpresa Israele in
due ore annientò la forza aerea egiziana distruggendo 286 aerei e rendendo
inutilizzabili le piste di decollo. Due ore dopo fece la stessa cosa con
l’aviazione siriana mentre sul fronte egiziano iniziava l’invasione via terra
della strisci di Gaza e del Sinai. La Giordania subì la stessa sorte.
Dopo sei giorni ininterrotti di guerra
dove Israele dispiegò tutto il proprio potere distruttivo, finalmente
intervennero le Nazioni Unite e gli Stati Uniti in particolare che intimarono
ad Israele di rientrare nei propri territori.
Dopo oltre cento anni di guerre continue
ed atti di terrorismo, finalmente un passo avanti nel processo di pace.
Due territori per due stati. Anche la
Palestina viene riconosciuto dalle Nazioni Unite come “osservatore”. Ma ancora
una volta Israele mostra il muso duro. Ancora una volta spalleggiato dagli
Stati Uniti schiaffeggia l’ONU e continua nella sua azione guerrafondaia.
Adesso appare più chiaro cosa sta
succedendo in Siria dove, come già successo nei paesi della primavera araba
bisogna insediare ad ogni costo “uno
stato amico”. Adesso appare più chiaro anche l’atteggiamento contro l’Iran.
Altro che armi chimiche (già altre volte erroneamente paventate); altro che
armamenti nucleari e bombe atomiche.
Ancora una volta si evidenziano le manie
egemoniche israelo-americane.
Quando l’Europa sarà in grado di “tirar
fuori le palle”?
Bisogna impedire ad Israele di
continuare nella folle politica di guerra!
Quando avremo un Inghilterra non più
asservita agli USA ma pienamente europea?!
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