mercoledì 5 dicembre 2012

QUALCUNO FERMI LE MANIE EGEMONICHE DI ISRAELE

 

QUALCUNO FERMI LE MANIE EGEMONICHE DI ISRAELE

Sono anni ormai che Israele continua con il leit motiv del popolo stretto tra le  potenze arabe e “piange” aggressioni continue da parte dei “cattivissimi” coloni palestinesi.

Non penso ci sia ancora qualcuno disposto a credere ad Israele, povero piccolo “davide” , in perenne lotta contro i giganteschi “golia” che rispondono al nome di Siria, Egitto, Giordania ed ora anche Iran.

Israele, una delle potenze militari più forti del mondo; Il MOSSAD ( forse il più efficiente dei servizi segreti mondiali) finge di subire le paurose minacce del popolo palestinese!

Sembra l’elefante che ha paura del topolino! Ma le cose non stanno affatto così.

Già dalla fine dell’ottocento gli Israeliani, con l’appoggio di Inghilterra e Russia iniziarono la penetrazione del territorio palestinese acquistando terre tramite l’Agenzia Ebraica ed insediandovi coloni.

Fu questo l’inizio della presenza ebraica che mirava a conquistare la maggioranza demografica ed un controllo economico tale da poter poi aspirare alla costituzione di uno  stato ebraico. In alternativa nacquero i primi nuclei arabo palestinesi a difesa del territorio considerato oggetto di una vera e propria aggressione straniera. Questo antagonismo per anni ha fatto comodo alle nazioni occidentali ed in primis all’Inghilterra che negli anni tra il 1920 ed il 1948, avendo avuto mandato a “governare” quell’area promise la Palestina agli arabi perché l’avevano aiutata nella guerra contro l’impero turco-ottomano, ma anche agli Ebrei come “sede internazionale”. Verso la fine di quegli anni gli Ebrei, protetti dagli Inglesi, invasero i territori portandovi fino a 905.000 coloni. Tutto ebbe inizio quando nell’agosto del 1929 alcuni gruppi di sionisti marciarono su Gerusalemme rivendicando l’esclusiva proprietà della città e dei luoghi sacri. Questa situazione portò poco dopo alla guerra civile durata circa tre anni che causò cinquemila morti nella popolazione araba, 400 in quella ebraica e circa 200 inglesi. Si giunse, poco dopo, alla divisione dei territori in due stati indipendenti inframmezzati da un  “protettorato”  internazionale. La soluzione scontentò praticamente tutti. Gli arabi, in quanto i loro territori non avevano accesso alle fonti idriche ed erano di quantità inferiore rispetto alla quantità di popolazione esistente; gli ebrei perché (forti anche dell’amicizia americana) non accettarono assolutamente la presenza di uno stato arabo in quello che consideravano “la Grande Israele”. Dopo una serie di innumerevoli atti di guerriglia da entrambe le parti, l’Inghilterra decise di ritirarsi ritenendo definitivamente chiuso il mandato a governare. Immediatamente Israele si autoproclamò “nazione indipendente” subito riconosciuta da Stati Uniti e Russia. Quasi contemporaneamente circa 20.000 militari di Siria, Libano, Egitto ed Iraq, invasero il neo stato, mentre ulteriori 4.000 unità della Giordania, invasero i territori già parte dello Stato arabo. La guerra arabo-israeliana del 1948 causò la morte di circa 6.500 morti tra gli ebrei di cui 2.400 civili e circa 15.000 morti tra le popolazioni arabe. Agli occhi dell’occidente Israele era considerato come il piccolo stato “costretto” a difendersi dagli attacchi terroristici degli arabi infedeli. Avevo tredici anni ed ero in seminario quando scoppiò la “guerra dei sei giorni” tra Israele da una parte ed Egitto, Siria e Giordania dall’altra. Ricordo che in quei giorni terribili, durante il pranzo, ci veniva letto ogni giorno “la Gazzetta del Mezzogiorno”  ed alla fine degli articoli  seguiva il commento del prete il quale esaltava le gesta del “piccolo stato ebraico” che riusciva a tenere in scacco le grandi potenze arabe. Quasi protetto da mano divina!

Solo molto tempo  dopo ho capito l’orrore di questo stravolgimento della realtà.

Nessun Dio avrebbe mai permesso o peggio “giustificato” tanta crudeltà. La realtà è molto più “terrena”.  Siria e Giordania strinsero un accordo che prevedeva la costruzione di una diga per deviare il corso del fiume Giordano. Questo avrebbe causato ad Israele la perdita di accesso alle fonti idriche e quindi Israele con ripetuti raid aerei tentò di impedirne l’attuazione. Dall’alta parte l’Egitto iniziò a disporre le proprie forze armate nel Sinai a difesa della “Striscia di Gaza” e contestualmente chiuse gli stretti di Tiran impedendo di fatto l’accesso al porto  israeliano di Eilat. Questa fu la causa dell’inizio di una guerra crudele che si concluse in soli sei giorni. Con una mossa a sorpresa Israele in due ore annientò la forza aerea egiziana distruggendo 286 aerei e rendendo inutilizzabili le piste di decollo. Due ore dopo fece la stessa cosa con l’aviazione siriana mentre sul fronte egiziano iniziava l’invasione via terra della strisci di Gaza e del Sinai. La Giordania subì la stessa sorte.

Dopo sei giorni ininterrotti di guerra dove Israele dispiegò tutto il proprio potere distruttivo, finalmente intervennero le Nazioni Unite e gli Stati Uniti in particolare che intimarono ad Israele di rientrare nei propri territori.

Dopo oltre cento anni di guerre continue ed atti di terrorismo, finalmente un passo avanti nel processo di pace.

Due territori per due stati. Anche la Palestina viene riconosciuto dalle Nazioni Unite come “osservatore”. Ma ancora una volta Israele mostra il muso duro. Ancora una volta spalleggiato dagli Stati Uniti schiaffeggia l’ONU e continua nella sua azione guerrafondaia.

Adesso appare più chiaro cosa sta succedendo in Siria dove, come già successo nei paesi della primavera araba bisogna insediare  ad ogni costo “uno stato amico”. Adesso appare più chiaro anche l’atteggiamento contro l’Iran. Altro che armi chimiche (già altre volte erroneamente paventate); altro che armamenti nucleari e bombe atomiche.

Ancora una volta si evidenziano le manie egemoniche israelo-americane.

Quando l’Europa sarà in grado di “tirar fuori le palle”?

Bisogna impedire ad Israele di continuare nella folle politica di guerra!

Quando avremo un Inghilterra non più asservita agli USA ma pienamente europea?!



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