giovedì 6 dicembre 2012

LO STRANO NATALE DEL 2012

 

Lo strano Natale del 2012

Non so dirvi dove mi trovavo, se stavo sognando o ero sveglio. So di sicuro che era il 24 dicembre del 2012 e mancavano circa due ore alla mezzanotte e quindi al Natale. Se tutto quello che scriverò è stato solo un sogno beh vi giuro che è stato così verosimile che mi è sembrato reale.

No! Il mondo non era terminato il 21-12-2012 come era stato previsto dalla profezia maya.

Stavo transitando in un  vicolo e l’atmosfera mi sembrava molto particolare. Non trovo le parole adatte per descriverla….Avete presente quelle sere fredde di dicembre con le strade ed i tetti delle case coperte di soffice neve bianca. Ovattata, magica con un silenzio tanto forte da poter udire gli scatti delle intermittenze dei filari delle lucine  appesi ai balconi.

Sentivo da lontano qualcuno che alzava la voce impegnato in una discussione molto animata.

Mi avvicinai alla finestra e tentai di osservare, senza esser visto,  chi fossero i partecipanti e quali le ragioni della discussione.

“Dai forza che manca poco alla mezzanotte! Sbrigati, non arrivare sempre all’ultimo momento”! diceva quello che sembrava essere il più vecchio del gruppo. L’altro, quello più giovane con i capelli e la barba lunghi e biondi, sembrava alquanto irritato. Mentre un terzo restava in un angolo nascosto e silenzioso.

“No, papà quest’anno non ci vado. Ma non vedi che questi  continuano a  far finta di non capire!

Ogni anno giunti a questo giorno  ripetiamo la stessa liturgia! Penso sia ora di smetterla! Questi non lo capiranno mai. Gli abbiamo dato un giardino, la terra, e sono riusciti a depredarne talmente le risorse da portarla ormai al collasso. Gli abbiamo insegnato che le risorse vanno condivise e questi sono continuamente in guerra tra di loro per accaparrarsi le posizioni migliori. Abbiamo provato anche con le punizioni dure molte volte. Ricordi il Diluvio Universale, Sodoma e Gomorra…. Tutto inutile”!

“Vero – disse il terzo dal suo angolo – Hai ragione però in fondo considera che sono fatti di terra….. e poi ci vuole tempo per capire certe cose”.

Tempo!?!?  – sbottò il più giovane – Ma se son passati oltre duemila anni!  E poi dici che sono fatti di terra, ma se Lui gli ha dato pure l’intelligenza!?!  Pensate che non siano capaci di usarla?!  Tu, proprio tu – disse rivolto al vecchio – Mi hai mandato sulla terra, mi hai fatto diventare come uno di loro. Ho cercato di fargli “vedere” cosa bisognava fare. E loro?!?  Mi hanno appeso ad una croce. Sentite, lasciamo perdere questa specie e ricominciamo  il progetto con una nuova. Non ho voglia di continuare ogni anno a ripetere tutto per finire ancora sulla croce. Adesso basta!!! Se la cavino da soli….visto che sono tanto prepotenti e pieni di sé”.

“Basta lo dico io – replicò l’anziano –  Sei sempre il solito. Sempre lì a contestare. Bisogna dargli tempo ed aiutarli. Cosa sono in fondo duemila anni?!  Vedrai che alla fine capiranno”

Mentre continuava questa discussione, improvvisamente, si sentì il pianto di un neonato. Proveniva dall’entrata della casa. Tutti fecero silenzio ed il pianto ora era ben chiaro.

Insieme i tre aprirono l’uscio e adagiato sul tappeto c’era un mucchietto di stracci con dentro un “cucciolo d’uomo” sfornato da poco.

Il più anziano dei tre, il Padre, prese tra le braccia quel ripieno di stracci e lo portò all’interno al calduccio. Poi rivolto al Figlio disse: “ Vedi, almeno tu sei più fortunato! Hai una stalla, un mangiatoia con il bue e l’asinello. Hai una mamma ed un papà. Lui non ha nessuno”. Così dicendo glielo porse ed il Figlio prendendolo tra le braccia, spostando con la mano i pochi stracci, si accorse che il “cucciolo d’uomo” aveva smesso di piangere ed un sorriso raggiante illuminava il viso. Allora il Figlio si commosse ritornando sulla decisione di non voler più nascere a Natale. Intanto si era fatta  mezzanotte!

Gesù nacque anche quell’anno grazie al sorriso d’un bambino. Sapendo già da allora che sarebbe morto  ancora sulla croce!.


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