Lo strano Natale del 2012
Non so
dirvi dove mi trovavo, se stavo sognando o ero sveglio. So di sicuro che era
il 24 dicembre del 2012 e mancavano circa due ore alla mezzanotte e quindi al
Natale. Se tutto quello che scriverò è stato solo un sogno beh vi giuro che è
stato così verosimile che mi è sembrato reale.
No! Il
mondo non era terminato il 21-12-2012 come era stato previsto dalla profezia
maya.
Stavo
transitando in un vicolo e l’atmosfera mi sembrava molto particolare. Non trovo le
parole adatte per descriverla….Avete presente quelle sere fredde di
dicembre con le strade ed i tetti delle case coperte di soffice neve bianca.
Ovattata, magica con un silenzio tanto forte da poter udire gli scatti delle
intermittenze dei filari delle lucine appesi ai balconi.
Sentivo
da lontano qualcuno che alzava la voce impegnato in una discussione molto
animata.
Mi
avvicinai alla finestra e tentai di osservare, senza esser visto, chi fossero i partecipanti e quali le ragioni
della discussione.
“Dai
forza che manca poco alla mezzanotte! Sbrigati, non arrivare sempre all’ultimo
momento”! diceva quello che sembrava essere il più vecchio del gruppo.
L’altro, quello più giovane con i capelli e la barba lunghi e biondi, sembrava
alquanto irritato. Mentre un terzo restava in un angolo nascosto e silenzioso.
“No,
papà quest’anno non ci vado. Ma non vedi che questi continuano a far finta di non capire!
Ogni anno
giunti a questo giorno ripetiamo la
stessa liturgia! Penso sia ora di smetterla! Questi non lo capiranno mai. Gli
abbiamo dato un giardino, la terra, e sono riusciti a depredarne talmente le
risorse da portarla ormai al collasso. Gli abbiamo insegnato che le risorse
vanno condivise e questi sono continuamente in guerra tra di loro per
accaparrarsi le posizioni migliori. Abbiamo provato anche con le punizioni dure
molte volte. Ricordi il Diluvio Universale, Sodoma e Gomorra…. Tutto inutile”!
“Vero
– disse il terzo dal suo angolo – Hai ragione però in fondo considera che sono
fatti di terra….. e poi ci vuole tempo per capire certe cose”.
Tempo!?!? – sbottò il più giovane – Ma se son passati
oltre duemila anni! E poi dici che sono
fatti di terra, ma se Lui gli ha dato pure l’intelligenza!?! Pensate che non siano capaci di usarla?! Tu, proprio tu – disse rivolto al vecchio –
Mi hai mandato sulla terra, mi hai fatto diventare come uno di loro. Ho cercato
di fargli “vedere” cosa bisognava fare. E loro?!? Mi hanno appeso ad una croce. Sentite,
lasciamo perdere questa specie e ricominciamo il progetto con una nuova. Non ho voglia di
continuare ogni anno a ripetere tutto per finire ancora sulla croce. Adesso
basta!!! Se la cavino da soli….visto che sono tanto prepotenti e pieni di sé”.
“Basta
lo dico io – replicò l’anziano – Sei
sempre il solito. Sempre lì a contestare. Bisogna dargli tempo ed aiutarli.
Cosa sono in fondo duemila anni?! Vedrai
che alla fine capiranno”
Mentre
continuava questa discussione, improvvisamente, si sentì il pianto di un
neonato. Proveniva dall’entrata della casa. Tutti fecero silenzio ed il pianto
ora era ben chiaro.
Insieme
i tre aprirono l’uscio e adagiato sul tappeto c’era un mucchietto di stracci
con dentro un “cucciolo d’uomo” sfornato da poco.
Il più
anziano dei tre, il Padre, prese tra le braccia quel ripieno di stracci e lo
portò all’interno al calduccio. Poi rivolto al Figlio disse: “ Vedi, almeno tu
sei più fortunato! Hai una stalla, un mangiatoia con il bue e l’asinello. Hai
una mamma ed un papà. Lui non ha nessuno”. Così dicendo glielo porse ed il Figlio
prendendolo tra le braccia, spostando con la mano i pochi stracci, si accorse
che il “cucciolo d’uomo” aveva smesso di piangere ed un sorriso raggiante
illuminava il viso. Allora il Figlio si commosse ritornando sulla decisione di
non voler più nascere a Natale. Intanto si era fatta mezzanotte!
Gesù
nacque anche quell’anno grazie al sorriso d’un bambino. Sapendo già da allora
che sarebbe morto ancora sulla croce!.
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