lunedì 3 settembre 2012
I Scorciamèn
Il caldo del Sud è un caldo secco, intenso che renda la pelle scura e ruvida. Quando il sole picchia nel meridione lo si sente fin dentro le ossa. E’ un sole che può anche farti male se non ne dosi l’assorbimento. Se poi si unisce anche il vento di Faùgno, un vento caldo che ti toglie il respiro, allora bisogna avere la massima accortezza ad esporsi a questo clima.
Il paese in cui sono nato, San Paolo di Civitate, è uno dei tanti paesini del sud situato all’ingresso della Puglia, sul fiume Fortore quasi all’inizio di quella pianura detta “Tavoliere delle Puglie”.
E’ un territorio prevalentemente agricolo ed ogni abitante, anche se non agricoltore, ha il proprio pezzetto di terra da cui cerca di trarre non profitto, ma sostentamento. Al mio paese la gente si conosce una per una e non è possibile non incontrarsi in quanto i luoghi principali d’incontro sono o la lunga piazza al centro del paese o la villa comunale.
Un ulteriore luogo di socializzazione è dato dal “mercato” che si svolge ogni martedì. Le donne soprattutto si incontrano ed oltre ad acquistare quello che necessità rendono questo un importante momento di scambio di opinioni.
In ambienti come questo dove tra l’altro vi è quasi niente per l’infanzia, è molto difficile tenere occupati i bambini soprattutto se poi sono, come sono sempre i bambini di paese, bambini molto vivaci.
Ricordo quindi, nella mia fanciullezza, che terminata la scuola si correva a casa a mangiare qualcosa e poi subito si sgattaiolava fuori in strada a giocare possibilmente senza che la mamma se ne accorgesse.
Le mamme, però, che si accorgono sempre di tutto, spesso lasciavano fare salvo dopo un po’ richiamarci al dovere di fare i compiti.
Questo succedeva sempre ….tranne nei periodi in cui il caldo diventava opprimente.
Quando ero bambino d’estate era proibito uscire. Durante la “controra” si doveva rimanere in casa.
Si raccontavano strane storie di gente colpita da insolazione nei campi.
La “controra” è quel periodo di tempo che va dalle ore 14,00 sino alle 16,00 /16,30.
Effettivamente il periodo in cui il sole è più cocente e l’orizzonte sembra tremolante per l’afa.
Mia madre socchiudeva le ante della porta di ingresso e così otteneva un doppio risultato: si creava l’oscurità e non il buio; ed in secondo luogo si aveva la percezione che fosse meno caldo.
Poi si stendevano delle coperte sul pavimento e noi ci si sdraiava su di queste per riposare.
L’obbiettivo era quello di farci fare “il riposino” pomeridiano, ma chi è stato bambino a San Paolo, sa perfettamente che noi non avevamo per nulla voglia di dormire ed allora si rischiava di prenderle.
Le nostre mamme ci dicevano: “dormi che è controra……. Non si può uscire ….. c’ stànn i scorciamèn”
Ci avevano raccontato che “i scorciamèn” erano dei folletti cattivi e dispettosi che durante le ore più calde della giornata si aggiravano per il paese. Chiunque aveva la sventura di incontrarli veniva trasportato in aperta campagna e qui gli venivano scorticate le mani!!!!
Tutti noi bambini avevamo terrore al solo nominarli e le nostre mamme o anche le nonne che lo sapevano, quando una folata di vento muoveva rumorosamente le ante delle porte socchiuse, ci ripetevano sussurrando “…… i sì; i sì stann ‘rruann. Durmìt, durmìt cha s’nnò ve pigghjen!!! ( Li senti,li senti stanno arrivando. Dormite, dormite se no vi prendono).
Questa storia si ripeteva per due o tre volte ed alla fine, stanchi ci addormentavamo.
Ovviamente in paese nessuno li ha mai visto “i scorciamèn” ma se chiedi in giro ognuno ti sa dire come sono fatti. E se sei sanpaolese, facci caso….. Ancora oggi durante la CONTRORA il paese sembra deserto ….. quasi……addormentato!
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento